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BIOGRAFIE

Franco Evangelisti

Nacque a Roma il 21 gennaio 1926 da Enea e Fernanda Vercelli. Trascorse l’infanzia nella città natale, ove compì studi liceali e s’iscrisse nel 1945 alla facoltà di ingegneria, che frequentò sino al 1948. In quell’anno decise di dedicarsi completamente alla musica, intraprendendo su consiglio di F. Germani gli studi di composizione con D. Paris e di pianoforte con E. Arndt.


Gli anni Cinquanta segnarono in maniera decisiva la vicenda complessiva dell’E. e lo condussero attraverso una serie di incontri e tappe fondamentali al conseguimento di una piena maturità artistica. Sin dal 1951 conobbe M. Bortolotti e D. Guàccero, entrambi allievi di G. Petrassi, ed incontrò nuovamente E. Macchi, conosciuto nel 1938 nel corso degli anni scolastici. L’anno seguente, oltre ad affrontare i primi esami di teoria e canto gregoriano presso il conservatorio di S. Cecilia in Roma, dove tuttavia rinunciò ad iscriversi per una serie di difficoltà legate alla vista, diede inizio ai suoi viaggi in Germania, frequentando regolarmente sino al 1962 i "Ferienkurse für Neue Musik" di Darmstadt e, in particolare, i corsi tenuti da R. Leibowitz, W. Fortner ed E. Krenek. Con largo anticipo rispetto al musicisti della sua generazione, l’E. fu dunque tra i primi, accanto a B. Maderna, L. Nono, L. Berio, ad avvertire la necessità di un allargamento dell’angusto orizzonte musicale italiano.

Decisivi furono inoltre nello stesso 1951 l’incontro con W. Meyer Eppler, professore di fisica presso l’università di Bonn, e la conseguente visita all’Institut fùr Konimunikationsforschung, ove l’E. avviò i suoi interessi per la musica elettronica. Nel 1954 decise di trasferirsi a Friburgo per frequentare la locale "Musikhochschule", ove seguì con regolarità sino al 1956 la "Meisterklass für Komposition" tenuta da H. Genzmer.

Dopo una serie di tentativi giovanili (Sei piccoli divertimenti per violino e pianoforte; Quis horrendos fuit [I cantata] per coro e orchestra su testo di Tibullo, Contrasto per violino e pianoforte; II cantata per baritono, coro e orchestra; La terra ha sete di pianto per soprano e pianoforte; Was kann ich per voce e pianoforte su testo di S. George; Concerto per violoncello e orchestra), tutti databili tra il 1952 ed il 1953 e tuttavia non inclusi dall’autore nel catalogo definitivo delle sue opere, iniziò a lavorare alla prima composizione della maturità: 4!, Piccoli pezzi per violino e pianoforte, terminata nel corso dell’anno successivo ed eseguita per la prima volta a Darmstadt nel 1958.

Sempre nel 1955 scrisse Ordini, strutture variate per sedici strumenti, dedicata "al caro amico Daniele Paris", che ne diresse la prima esecuzione a Brema nel 1960; iniziò a comporre Proiezioni sonore per pianoforte, che D. Tudor eseguì a Darmstadt nel 1958, e a lavorare a un progetto di composizione, Due conversari per oboe concertante, archi e percussione, conclusa nel 1956.

Nel 1956, su invito di H. Eimert, iniziò le sue ricerche presso lo studio elettronico della Westdeutscher Rundfunk di Colonia, ove ebbe, tra l’altro, contatti decisivi con H. Brün, H. G. Helms, G. M. König, H. K. Metzger, K. Stockhausen (cui l’E. aveva dedicato Proiezioni sonore): dopo un anno e mezzo di intenso lavoro completò la sua prima composizione elettronica Incontri di fasce sonore, trasmessa da Radio Colonia nel 1957. In quello stesso anno H. Scherchen lo invitò, quale rappresentante della Westdeutscher Rundfunk di Colonia, presso lo studio di elettroacustica sperimentale dell’UNESCO da lui allestito a Gravesano. L’E. intervenne, sempre nel 1957, con A. Clementi al festival della Società internazionale di musica contemporanea di Zurigo e avviò il progetto della composizione Random or not Random, appunti degli anni 1957-62 per orchestra, eseguita per la prima volta a Palermo nel 1963 nel corso della IV Settimana internazionale di nuova musica.

Il 1958 fu l’anno di composizione di Proporzioni, strutture per flauto solo dedicata a S. Gazzelloni, ma soprattutto fu l’anno dell’Autunno musicale di Varsavia, festival dalle suggestive aperture verso la produzione musicale contemporanea, e di inaugurazione dello studio sperimentale della Radio polacca, cui l’E. intervenne insieme a K. Stockhausen e L. Nono. Sempre in quell’anno egli conobbe M. Kagel, G. Ligeti, G. Scelsi e l’ing. L. Viesi, le cui teorie nel campo della biofisica polarizzarono a lungo i suoi interessi. Dopo aver intuito i rapporti, necessariamente condizionanti, esistenti tra industria della cultura e principali protagonisti dei corsi estivi darmstadtiani, nel 1959 avviò insieme con altri giovani compositori (H. Brün, L. De Pablo, R. Kayn, G. M. König, B. Nilsson, S. Wolpe) un tentativo di cooperativa editoriale in collaborazione con l’editore Tonos di Darmstadt (i cui esiti furono tuttavia assai poco fruttuosi), al fine di rompere il monopolio instaurato dalle grandi case editrici.

Nello stesso anno l’E. lavorò al progetto non realizzato di Campi integrati, alla composizione di Aleatorio per quartetto d’archi, che venne eseguito per la prima volta a Boston dal quartetto Lasalle dedicatario dell’opera stessa, e di Spazio a 5 per quattro gruppi di percussioni, voci e accorgimenti elettronici, terminata poi nel 1961 e dedicata a un nutrito gruppo di amici (R. Kayn, A. Giuliani, F. Nonnis, A. Perilli, C. Vasio).

Sempre nel 1959 l’E. fu protagonista di una serie di iniziative in ambito romano che portarono poco dopo alla nascita della associazione musicale Nuova Consonanza. Accanto all’E. vi furono in quella prima fase D. Guàccero, E. Macchi, D. Paris e A. Titone, musicologo e compositore palermitano, i quali esordirono a Roma con la pubblicazione del primo numero della rivista Ordini. Studi sulla nuova musica e con un concerto di nuove musiche eseguite da D. Tudor presso il ridotto del teatro Eliseo.

Malgrado i primi anni Sessanta fossero segnati da una serie di importanti esecuzioni di sue opere e nonostante egli avesse terminato alcuni lavori significativi, quali Spazio a 5, Random or not Random e Die Schachtel, azione mimoscenica per mimi, proiezioni e orchestra da camera su soggetto di F. Nonnis (la cui prima esecuzione fu a Davis, California, nel 1966), segno evidente di una vena tutt’altro che infeconda, l’E. decise nel 1962 di abbandonare la composizione per dedicarsi esclusivamente a ricerche di carattere teorico-speculativo. Rimasero pertanto allo stato di abbozzi i lavori Campi integrati, composizione elettronica, e Condensazioni, strutture intercambiabili per orchestra, e parimenti progetti non realizzati furono Metamere per orchestra e il lavoro teatrale Il sogno di Flamel.

Nel 1964 l’E. fondò a Roma il Gruppo di improvvisazione Nuova Consonanza, la cui attività lo impegnò costantemente per tutto il resto della sua esistenza: pur con formazioni mutevoli nel corso degli anni e proprio per la spinta propulsiva e unificatrice dell’E., il gruppo seppe ritagliare per sé uno spazio assai significativo all’interno delle problematiche musicali contemporanee, partecipando tra l’altro a rassegne e festivals europei di assoluto prestigio.

Nell’ottobre del 1966 si trasferì a Berlino Ovest, ospite del Deutsch-Akademischer Austauschdienst, con una borsa di studio della Ford Foundation della durata di due anni; nell’anno seguente allestì a Roma lo "Studio R 7" per la musica elettronica in collaborazione con W. Branchi, D. Guàccero, G. Guiducci, P. Ketoff, E. Macchi e G. Marinuzzi iunior.

Rientrato definitivamente in Italia nell’agosto del 1968, riprese le sue ricerche teoriche con l’ing. Viesi, sotto la cui direzione a Roma nel 1970 si svolse un seminario di studio cui parteciparono l’E., W. Branchi, E. Macchi, A. Neri, G. Piazza, F. Razzi. Negli stessi anni prese avvio l’attività didattica dell’E.: a Roma dal 1969 al 1972 tenne presso l’Accademia nazionale di S. Cecilia un corso sperimentale di musica elettronica; dal 1970 sino al 1975 fu titolare della prima cattedra di musica elettronica in Italia, istituita presso il conservatorio "A. Casella" de L’Aquila, ed infine dal 1974 sino all’anno della morte a Roma della medesima cattedra presso il conservatorio di S. Cecilia.

Il 7 dic. 1967 aveva sposato ad Eutin in Germania Irmela Heimbácher, una giovane studentessa di medicina; nacque a Roma il 26 genn. 1971 il loro primo ed unico figlio Jonas.

Gli anni Settanta furono segnati dal suo rientro alla presidenza dell’associazione Nuova Consonanza, che egli diresse ininterrottamente dal 1972 sino al 1979, ed inoltre da un’intensa attività seminariale in Italia e all’estero. Nel 1979 venne chiamato a far parte della commissione italiana per la musica dell’UNICEF. L’organizzazione lo invitò insieme con I- Bacalov, E. Macchi, E. Morricone e N. Rota a scrivere la musica per un film d’animazione da realizzarsi per l’Anno internazionale del bambino. Il 1978 segnò dunque il suo ritorno alla composizione con una rielaborazione del vecchio progetto elettronico di Campi integrati in una versione per strumenti tradizionali dal titolo Campi integrati n. 2, gioco per nove strumenti, dedicato alla moglie Irmela e concepito in due versioni rispettivamente destinate a fungere da colonna sonora a due dei dieci episodi del film Dieci per vivere.

Morì a Roma il 28 genn. 1980.

di Daniela Tortora
dal Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 43 (1993) Treccani


OPERE

opere teatrali

Die Schachtel, azione mimoscenica per mimi, proiezioni, orchestra da camera su soggetto di

Franco Nonnis, 1962-’63,

Peters, Londra.

musica per orchestra

Ordini, strutture variate per sedici strumenti, 1955, Semar, Roma.

Random or not Random, appunti degli anni 1957-’62 per orchestra, 1962, Peters, Londra.

musica da camera

Quattro fattoriale (4!), piccoli pezzi per violino e pianoforte, 1954-’55, Semar, Roma.

Proiezioni Sonore, strutture per pianoforte solo, 1955-’56, Semar, Roma.

Proporzioni, strutture per flauto solo, 1958, Bruzzichelli, Firenze.

Aleatorio, per quartetto d’archi, 1959, Semar, Roma.

Campi integrati n. 2, giuoco per nove strumenti, 1959-’79, Semar, Roma.

Musica elettronica per strumenti e dispositivi elettronici

Incontri di fasce sonore, composizione elettronica, 1956-’57, Universal, Vienna.

Spazio a 5, per quattro gruppi di percussioni, voci e accorgimenti elettronici, 1959-’61, Semar, Roma.

scritti teorici (in ordine cronologico)

"Verso una composizione elettronica. Rapporto tra mezzi e individuo nel suo tempo", in Ordini. Studi sulla nuova musica, Roma, 1(1959), n. 1, pp. 48-53.

"Espacio para la musica. Espacio y musica. Espacio en la musica.   Espacio es musica", in Acento cultural, Madrid, III (1961), n. 14 supp. 35-36, pp. 47-56.

Intervento senza titolo e presentazione di Incontri di fasce sonore, in Biennale di Venezia, Venezia, XI (1961), n. 44-45, pp. 3 1-33 e 44.

Intervento senza titolo, in Il Verri, Milano, (1964), n. 16, pp. 66-68.

Risposta all’inchiesta La situazione musicale oggi in Italia, (a cura di) A.M. BONISCONTI,

M.T. BOTTINELLI, A. FABBRI, in Discoteca, Milano, V (1964), n. 45, p. 29.

Fùr eine neue Form der elektronischen Komposition, in AA.VV., Ròmische Reden. Zehn

Jahre Deutsche Bibliothek Rom/Goethe Institut 1955-1965, Monaco, 1965, pp. 114-116.

"Nuova Consonanza nel mondo italiano oggi", in Il Marcatre, Milano, (1965), n. 16-18, pp. 231-232.

"Applicazione di elettroacustica. Musica elettronica aleatoria", in Duemila, Amburgo, Il (1966), n. 6, pp. 77-79.

"Komponisten improvisieren als Kollettiv", in Melos, Magonza, XXXIII (1966), pp. 86-88, anche in Collage, (1967), n. 7, pp. 8 1-82.

Rec. di "Pierre Schaeffer, Traitè des objets musicaux", in The World ofMusic, Kassel, IX (1967), n. 2, pp. 61-64.

"Mario Bortolotto, ovvero sia del ‘Wu Yung’>, in Nuova rivista musicale italiana, Roma, III (1969), pp. 844-847.

Verso una composizione elettronica, in "Accademia di S. Cecilia. Annuario 1969", Roma, s.a..

Contributo senza titolo per "Strawinski, a Composer’s Memorial", in Perspective on new Music, Princet.on, N.J., (1971) , n. 9/2-10/1, pp. 42-42.

"Musica mediante strumenti elettronici", in Cultura e scuola, Roma, XI (1972), n. 42, pp. 122-125.

Der musikalische Futurismus. Studien zur Wertungsforschung, (a cura di) O.

KOLLERITSCH, Graz 1976, pp. 114-120. anche in AA.VV., "Miscellanea del cinquantenario", Suvini Zerboni, Milano 1978, pp. 223-228.

Il risveglio della città. Dall’arte dei rumori alla nuova consonanza, in AA.VV., "L’ecosistema urbano", Dedalus, Bari 1978, pp. 137-140.

Contributo senza titolo in AA.VV., "Autobiografia della musica contemporanea", Cosenza 1979, pp. 56-67.

Franco Evangelisti, (a cura di) HEINZ-KLAUS METZGER e R. RIEHN, Musik—Konzepte, Monaco, 43-44, (1985).

Dal silenzio a un nuovo mondo sonoro, Semar, Roma 1991.

conferenze radiofoniche

Mehrdeutigkeit und Werk (Ambiguità e opera), Radio Brema, Brema 1960.

La canzone napoletana im Wandel der Zeit (La canzone napoletana nel mutare del tempo), Radio Brema, Brema 1961.

Probleme der offenen Komposition (Problemi dell’opera aperta), NDR, Norddeutscher Rundfunk, Amburgo 1963.

Kompositionsprobleme in Europa (Problemi compositivi in Europa), WDR, Westdeutscher Rundfunk, Colonia 1963.

In der Kùrze meiner Zeit (Nel breve arco del mio tempo), Bayerischer Rundfunk, Monaco 1964.

Die Gruppenimprovisation (Improvvisazione di gruppo), Radio Brema, Brema 1967-’68.

Dalla forma aperta al gruppo d’ improvvisazione, RAI, Radiotelevisione italiana, Roma 1969.

discografia

Incontri di fasce sonore, frammento su disco, con la conferenza di Hans Wilheim Kulenkampff Wo steht die zeitgenòssische Musik? (A che punto è la musica contemporanea?), Barenreiter Musicaphon BM 30 LK 1841/42.

Proporzioni, Severino Gazzelloni, flauto. Testo di copertina di David Berman, Mainstream Ms/50 14.

Die Schachtel (La scatola), insieme di solisti della Kammeroper di Monaco; direttore, Eberhard Schoener; nastro, Bayrischer Rundfunk, Monaco; direzione artistica, Franco Evangelisti, DGG Avantgarde 2561 106.

dischi con il GINC:

Doo Avantgarde 137007, (1969)

RcA Italiana MLDS 20243 (1970)

General Music D ZSLGE 55491, (1973)

Cinevox Record Sc 33/44 Sc 14, (1975)

Cramps Records (Nova Musicha n. 9) CRSLP 6109, (1976)

The feed-hack, RCA Italiana P5L 10466, (1977)