Gianni Trovalusci flauto
Enzo Filippetti sassofono
Luca Sanzò viola
Francesco Giomi, Giorgio Nottoli, Kilian Schwoon live electronics
Federico Scalas regia del suono
Kilian Schwoon (1972) |
Pendelnde Schatten (2010) |
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per flauto contralto ed elettronica |
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João Pedro Oliveira (1959) |
La Mer Émeraude (2018) acusmatico |
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Francesco Giomi (1963) |
DEADLINE (2023) |
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azione improvvisativa per sassofono ed elettronica |
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Gustavo Delgado (1976) |
Strin[G]i(n)[Mi]* (2023) acusmatico |
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Giorgio Nottoli (1945) |
In Viola (2006) |
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per viola e live electronics |
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Ennio Morricone (1928-2020) |
Suoni per Dino (1969) |
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per viola e nastri magnetici |
*prima esecuzione assoluta
In un solo concerto un ampio sguardo sulla musica elettroacustica, che abbraccia un orizzonte temporale di 54 anni: diversi generi come acusmatico e strumento acustico con elettronica fissa o dal vivo, composti da musicisti di generazioni lontane e di diverse nazionalità. Oltre la presenza di tre docenti di altrettante istituzioni europee di alta formazione musicale (I Conservatori di Bologna e Bolzano e la Hochschule für Künste Bremen), il concerto presenta un lavoro di uno dei compositori più conosciuti al mondo: Ennio Morricone, socio storico di Nuova Consonanza.
Pendelnde Schatten
Un’unica linea melodica costituisce lo strato elettronico di base di questo brano. Mentre i cambi di altezza avvengono poco frequentemente, altre caratteristiche di questa linea sono modulate continuamente: la brillantezza varia, ad esempio, tra un suono quasi sinusoidale e un tipico spettro di flauto. A volte, un aumento di rumore rende la linea più sfocata, oppure microscopiche variazioni di ampiezza la rendono più ruvida. Inoltre, la linea oscilla tra gli altoparlanti nello spazio in modo irregolare.
Tutte queste modulazioni hanno analogie con il flauto suonato dal vivo, per esempio con i profili dinamici o con l’uso preciso dei rumori dell’aria e del frullato. Dietro le azioni fisiche, la linea rimane sempre presente, ma allo stesso tempo inafferrabile: le ombre digitali seguono il flauto mantenendo un profilo piuttosto basso.
Kilian Schwoon
La Mer Émeraude
Immaginiamo un piccolo mondo inventato, un microuniverso dove tutto esiste... materia, energia, spirito, movimenti tellurici, misteri, forze naturali e soprannaturali. Quel mondo è intero e da lontano, chi osserva, lo vede come un oceano vivente.
Quest'opera è stata composta nello studio Musiques-Recherches ed è dedicata ad Annette Vande Gorne e Francis Dhomont.
João Pedro Oliveira
DEADLINE, azione improvvisativa per sassofono ed elettronica
L’azione appartiene ad un ciclo di schemi improvvisativi dedicati al rapporto tra suono e silenzio e indicati altrove con il titolo Back to silence. Essa prevede due esecutori, un sassofonista e un performer elettronico che interagiscono dal vivo sulla base di una partitura formale che detta i tempi, i materiali e le modalità relazionali, basate su parole chiave e indicazioni legate al tema del silenzio. La maggioranza dei materiali elettronici sono fissati e costituiti da frammenti di musica pre-esistente decontestualizzata e oggetti sonori in primo piano che si sostanziano in riferimenti sia all’esperienza sonora strumentale che a quella della realtà quotidiana.
Francesco Giomi
Strin[G]i(n)[Mi] (2023) 6ch – Prima esecuzione assoluta
La composizione offre un'interpretazione personale del saggio Music from Machines: Perceptual Fusion & Auditory Perspective di John Chowning, pubblicato nel 1990. Si sviluppa come un'esplorazione attraverso corde sintetiche accordate sulla nota MI, le cui componenti armoniche sono costantemente modulate per gestire vari gradi di fusione spettrale. Questo processo crea un gioco tra armonicità e inarmonicità, simmetria e asimmetria, e oscilla tra l'autenticità delle sorgenti acustiche e le loro controparti sintetiche.
Gustavo Delgado
In Viola
In Viola, per viola e live electronics, è stata commissionata dal CEMAT nel 2006 ed è dedicata al violista Luca Sanzò. La composizione estende la sonorità, l’estensione e le modalità di articolazione dello strumento per mezzo di un dispositivo elettro-acustico virtuale. Tale dispositivo immerge idealmente il pubblico nel suono dello strumento: le corde della viola delimitano e riempiono lo spazio d’ascolto mediante la localizzazione delle altezze, che vengono accumulate e trasformate nel tempo intorno agli ascoltatori.
Giorgio Nottoli
Suoni per Dino
In Suoni per Dino per viola e due magnetofoni (1969), dedicato all’amico Dino Asciolla, s’incontrano alcuni tratti tipici dell’arte compositiva di Morricone: l’estrema riduzione del materiale sonoro e l’impiego di sistemi seriali. Tutto il pezzo è basato su una successione di sole quattro note; l’accento posto sulla varietà delle tecniche di combinazione, sovrapposizione e permutazione di tale materiale organizzato in unità modulari. E ancora, il senso di sospensione di costrutti armonici dalle allusioni tonali o modali; l’immaginativo ricorso all’elaborazione elettronica del suono; il ruolo generativo, anzi si direbbe primigenio, del timbro.
Cesare Fertonani, Dalla rivista Amadeus 22/2/2020
Per gentile concessione dell’autore
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