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17/12/2021
21:00
Mattatoio - La Pelanda

Omaggio a Stravinsky

Descrizione

 

Igor Stravinsky (1882-1971)
Pribautki (1914) canzoni scherzose per voce e orchestra da camera
  Lo zio Armand – Moderato
  Il forno – Allegro
  Il colonnello – Allegretto
  Il vecchio e la lepre – Lento
   
  Tango (1940) per pianoforte
   
  Elegie (1944) per violino
   
  Tre pezzi per clarinetto solo (1919)
  Sempre piano e molto tranquillo
  Metronomo = 168
  Metronomo = 160
   
  Septet (1952-53) per ensemble misto
  Allegro di sonata
  Passacaglia
  Gigue
   
Virginia Guastella (1979) Angelica cunta* (2021) monodramma per mezzosoprano ed ensemble
  liberamente tratto dall’Orlando furioso di Ludovico Ariosto e dalla Storia dei paladini di Francia da Carlo Magno imperatore fino alla sua morte, compresavi la battaglia di Roncisvalle di autore anonimo
   

Chiara Osellamezzosoprano

Bruno Maderna Ensemble
Luisa Curinga flauto, Lorenzo Luciani oboe e corno inglese, Giuseppe Federico Paci clarinetto, Marco Ciamacco fagotto, Giovanni D’Aprile corno, Fabrizio Viti pianoforte, Luca Marziali violino, Clara Campi viola, Danilo Squitieri violoncello, Silvio Bruni contrabbasso
Gabriele Bonolis direttore

Cristian Taraborrelli regia
Fabio Massimo Iaquone video
Angela Buscemi costumi

Performer: Fabiola Morgana Giulia Barbieri, Bryan Da Ros, Paolo Ippolito, Virginia Matta, Valeria Pelino, Raffaele Palmieri

 

in collaborazione con Conservatorio di Musica G.B. Pergolesi di Fermo, Accademia Materiaviva di Roma e Azienda Speciale Palaexpo-Il Mattatoio di Roma

In questo concerto, l’omaggio a Igor Stravinsky che attraversa l’intero Festival prende la forma di un percorso nel variegato sentiero cameristico del compositore. I brani in programma attraversano diverse fasi stilistiche a partire dagli anni Dieci e arrivando alla soglia della cosiddetta fase seriale degli anni Cinquanta. Le quattro canzoni scherzose contenute in Pribautki nascono sulla scia di un viaggio in Russia, durante il quale Stravinsky aveva raccolto delle poesie popolari, successivamente tradotte in francese da Charles-Ferdinand Ramuz. Di poco successivi i Tre pezzi per clarinetto solo, composti in segno di riconoscenza per Werner Reinhart, mecenate e clarinettista dilettante che aveva sostenuto i costi del primo allestimento dell’Histoire du soldat. Con Tango ed Elegia ci spostiamo in una nuova fase creativa, quella legata alla sua permanenza negli Stati Uniti. Qui il compositore si era recato per tenere delle lezioni all’Università di Harvard, salvo stabilirsi a seguito dell’incombere degli eventi bellici. Tango è la prima composizione realizzata dopo il trasferimento ed è caratterizzata da una scrittura solo apparentemente semplice, che fa propria la regolarità ritmica della danza arricchendola di elementi stilistici personali. Composta in memoria di Alphonse Onnou, membro e fondatore del Quartetto Pro Arte di Bruxelles, dell’Elegia per viola sola fu realizzata anche una versione per violino. La scrittura indaga le possibilità dello strumento in una prospettiva polifonica che fa propria l’esperienza del contrappunto bachiano. In Septet la scrittura sembra andare verso nuove direzioni, presentando elementi riconducibili alla pratica seriale. La vicinanza a Shönberg è confermata dal riferimento diretto alla Suite op. 26, composta dal compositore austriaco nel 1926, con la quale emergono diversi punti di contatto.
Il lavoro di Virginia Guastella presentato in prima assoluta chiama in causa il rapporto con la cultura popolare, così centrale nella produzione del compositore russo. Questo si basa su estratti dell’Orlando furioso di Ariosto e da altri testi utilizzati nell’Opera dei pupi siciliana. Raccogliendo le suggestioni innescate dai brani in programma, Cristian Taraborrelli ha elaborato una regia nata in forma seminariale insieme agli artisti circensi dell’Accademia Materiaviva di Roma.

 

*Angelica cunta - prima esecuzione assoluta

Inserito nella cornice stravinskiana prevista dal programma della serata, Angelica cunta è un mio omaggio al Teatro dei Pupi siciliano e alla mia città natale Palermo. Nella mia storia è Angelica a essere narratrice, a usare la sua propria voce prendendo in prestito, all'inizio e alla fine del monodramma, le parole che Ariosto affida a se stesso nell’Orlando furioso. Angelica racconta in prima persona alcuni episodi dello sterminato repertorio letterario di riferimento avvalendosi di diverse tecniche declamatorie tipiche del “cuntu”. Imita le voci dei protagonisti maschili, canta come mezzosoprano lirico e parla rivolgendosi direttamente al pubblico. Perde Medoro, immedesimandosi nell’Orfeo di Gluck, impersona la cattiva maga Alcina, si rivolge a Carlo Magno per ricevere in dono il cavaliere che riuscirà a battere a singolar tenzone il fratello.
Angelica «come fa il sonator sopra il suo instrumento arguto, spesso muta corda e varia suono».
Nelle mie pagine ho anche voluto ricordare Sylvano Bussotti, scomparso da poche settimane, inserendo un segno grafico da lui adottato in alcune sue opere.

Virginia Guastella

 

Un respiro che fugge.
Un respiro che fugge e si accorda al respiro della foresta. Corse che tracciano la storia, passioni che fanno vibrare le pelli di uomini e donne.
Labbra che sussurrano desideri.
Il vento scivola sulla pelle candida di Angelica stretta dalla morsa soffocante di Medoro.
Il corpo è video, il sesso è forza possente, il cuore è sconquassato da pene d’amore.
Tutti i paladini corrono verso di te, donna che fuggi, rifuggi, percorri linee che si rincorrono, fai tremare le carni, ferro caldo che sbatte contro ferro, corpi forti che schiacciano il tuo di corpo. Mitiga lo scorrere del tuo sangue con il sangue della terra.
Assapora la mia bocca. La tua mano è tremolante e tremolanti diventano le immagini del mio riflesso, riflesso digitale di una storia che si alimenta con le tue parole che mi sussurri da dietro; dentro la mia testa mi entri.
Non sognare corpi che ti sfuggono, non desiderare passioni di altri, non toccare il ferro caldo che ha trafitto il mio cuore. Volti che animano lo spazio, ferite che sono creatrici di nuovi dolori e passioni, tu nera anima che mi infliggi pene inaudite, ti penetro e ti sento morire, e muori dentro di me.
Volti di donne che si infrangono su vetri bagnati dal tuo sudore, tu caldo sesso che minacci di morire.
Sono le grida di Angelica che smuovono la foresta, sono le mani di Angelica che piegano gli amori, sono le lacrime di Angelica che riempiono ruscelli di fertilità.
Non saziare la tua folle guerra con la mia anima, non rincorrere fantasmi che profumano di desiderio, non maneggiare armi di cuore contro di me, io temo e t’amo.

Cristian Taraborrelli

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Informazioni

Mattatoio – La Pelanda
piazza Orazio Giustiniani, 8


Biglietto
intero € 12
ridotto € 8

Abbonamenti al Festival
sostenitore € 200
intero € 90
ridotto € 65
speciale € 30
E' possibile acquistare l'abbonamento direttamente al botteghino