Comporre dialogante Concerto finale del workshop di improvvisazione tenuto da Alessandro Sbordoni
Descrizione
Il concerto sarà brevemente introdotto e via via commentato da Alessandro Sbordoni
Domenico Guaccero (1927-1984)
Sinfonia 1 (1963) versione per ensemble elettroacustico
Alessandro Sbordoni (1948)
My J (2008) per quattro strumenti
con L. Biguzzi, A. Granieri, G. Taddei, M. Tocilj
Improvvisazione 1
con M. Barberis, F. Lenieri, F. Pipia, V. Profeta Romano, P. Savignano, M. Tocilj, D. Vellucci
Improvvisazione 2
con L. Biguzzi, D. Carcassi, A. Ciccarelli, C. Fiaschi, I. Giuffré, A. Granieri, G. Piccardi, G. Taddei
Improvvisazione su Omaggio a Scelsi
per ensemble elettroacustico
Ensemble Elettroacustico con i partecipanti del workshop d'improvvisazione Comporre Dialogante, a cura di Alessandro Sbordoni: Leonardo Zaccone direzione Sinfonia 1 Marco Barberis sintetizzatore, Lorenzo Biguzzi chitarra classica, Daniele Carcassi sintetizzatore, Alessandro Ciccarelli trombone, live electronics, Cosimo Fiaschi sassofono soprano, Igor Giuffré chitarra elettrica, live electronics, Arianna Granieri pianoforte preparato, Francesco Lenieri pianoforte, toy piano, Giovanni Piccardi chitarra elettrica, Federico Pipia live electronics, Valeria Profeta Romano violino, Pasquale Savignano live electronics, Gianluca Taddei contrabbasso, Marco Tocilj sassofoni, Domenico Vellucci sassofono tenore
A causa della sua natura seminariale, il programma potrebbe subire alcune variazioni, che saranno opportunamente indicate.
Dopo oltre quarant’anni dalla morte di Franco Evangelisti (Roma, 1980), sembra quanto mai opportuno riallacciarsi a quella che è stata una delle sue maggiori invenzioni, il Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, anche per evidenziare le importanti prospettive che esso ha aperto, tuttora di grande validità. Del resto il pensiero musicale più recente fa ampio uso di tecniche improvvisative, cresciute in ambito contemporaneo e jazzistico ma anche a seguito di tecnologie elettroniche potenti e sofisticate. Ciò rende sempre più rilevante, non solo per chi si occupa di composizione contemporanea e di jazz ma anche per interpreti e musicologi, l’acquisizione di una mentalità ‘performativa’, sviluppando concretamente capacità e tecniche improvvisative che siano allo stesso tempo “strutturanti”, cioè di abilità che, pur nella loro estemporaneità, siano però allo stesso tempo capaci di una formatività in senso forte.
L’arte contemporanea, infatti, se vuole porsi in modo propositivo nell’attuale contesto socio-culturale, deve saper interpretare le linee di tendenza fondamentali che caratterizzano l’epoca presente. Una di queste è rappresentata dalle relazioni interpersonali, che hanno avuto sicuramente un grande incremento grazie a potenti e diffusissime tecnologie elettroniche social, ormai alla portata di chiunque. Esse emergono dunque come una nuova importante esigenza dell’individualità contemporanea, sempre più aperta a uno scambio interpersonale ed estemporaneo non solo di merci, ma anche di situazioni, idee e valori. L’arte di questo tempo deve perciò raccogliere la sfida della relazione interpersonale, trasportandola all’interno stesso dei suoi processi creativi e formativi, per poter offrire un serio contributo a questo aspetto ormai irrinunciabile della cultura attuale, non solo per non abbandonarlo a pure logiche di mercato, ma per accrescerne sempre di più la qualità, facendone perciò una relazione dialogante tra soggetti consapevoli.
Ponendo come suo riferimento principale un pensiero musicale che travalica i generi e le culture musicali, il corso si rivolge ad una vasta gamma di utenti: a compositori, jazzisti, musicisti elettronici, esecutori ma anche a studiosi dell’arte contemporanea e musicologi. Nel workshop viene posta grande attenzione alla qualità del suono risultante dai feedback sonori che si instaurano tra le persone, tutti potranno contribuire secondo le loro capacità ad una creatività interpersonale, interattiva ed estemporanea, talvolta anche rimettendo in discussione le capacità strumentali acquisite. Si cercherà infatti di arrivare ad una bellezza musicale ‘nuova’, basata sul ‘qui e ora’ di una pienezza d’incontro seriamente partecipativa e altamente soddisfacente sul piano psicologico come su quello artistico.
Aggiornando le riflessioni di Franco Evangelisti e di Domenico Guaccero sulla forma aperta e sull’alea, partendo dunque dalle tecniche improvvisative proprie della musica contemporanea degli anni Cinquanta – Settanta e ripercorrendone lo sviluppo storico, il workshop si articola in una parte teorica e in una parte pratica. La parte teorica, curata da Alessandro Sbordoni, si occupa delle principali problematiche connesse all’improvvisazione e alla performance in genere. Dal circuito della comunicazione alla forma aperta, con una particolare attenzione allo studio dei processi improvvisativi, fino alla discussione sui materiali a disposizione: strumenti acustici, oggetti sonori, live electronics. Accanto a cenni storici sull’improvvisazione e all’analisi di alcune significative partiture aleatorie e grafiche, storiche e recenti, vengono affrontate questioni di grafia e di notazione, fino ad arrivare alla performance e al concetto di installazione.
La parte pratico-realizzativa intende invece sviluppare ampie capacità di performance estemporanea di gruppo: dall’interpretazione, elaborazione e scrittura di partiture aperte fino a improvvisazioni strutturate e vere e proprie installazioni. Essa prevede il formarsi di uno o più gruppi di performer, a seconda delle necessità realizzative e delle capacità dei partecipanti, dei quali viene curata una selezione al fine di eseguire le partiture aleatorie, le improvvisazioni o le situazioni installative da elaborare e provare nel corso del workshop. Sono anche previsti esercizi parametrici di improvvisazione e lo sviluppo di improvvisazioni su schemi e a tema.
Il workshop vede un suo punto culminante nel pomeriggio della giornata conclusiva. Questa giornata prevede infatti sia un concerto finale, con l’esecuzione delle partiture aperte e delle improvvisazioni elaborate nel corso del workshop, sia la realizzazione di eventuali situazioni installative appositamente create dai partecipanti, che potranno eventualmente coinvolgere nella performance anche il pubblico presente.
Alessandro Sbordoni
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Informazioni
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